Madonna in trono con il Bambino
Il dipinto proviene dalla chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista a Poggio di Bretta, frazione del comune di Ascoli. Non sappiamo se la tavola venne eseguita per questa chiesa. La Vergine siede su un trono di semplice fattura ed è dipinta sullo sfondo di una stoffa damascata più stretta del dossale del trono sulla cui cornice sono poggiate due mele. È raffigurata a mani giunte mentre volge lo sguardo verso il Bambino, che è disteso sul suo grembo con una mela nella mano sinistra. Indossa un manto azzurro con decorazioni dorate e ha il capo coperto da un velo frangiato, simile a quello che Crivelli riproporrà in versione più elegante nell’acconciatura della Vergine dello scomparto centrale del Polittico del Duomo di Ascoli.
Il pittore e archeologo ascolano Giulio Gabrielli, in una scheda manoscritta sull’opera del 1893, avanza l’ipotesi che la tavola di Poggio di Bretta sia stata ritagliata e costituisca la parte centrale di un polittico di cui si sono perse le tracce. In effetti il dipinto sembra tagliato al di sotto delle ginocchia della Vergine ed è molto vicino alla tipologia degli scomparti centrali delle opere dello stesso periodo.
Non tutta la critica è concorde nell’attribuire il dipinto a Crivelli: Serra nel 1930 propone il nome di Alemanno, ma nello stesso anno Fiocco lo restituisce a Crivelli, seguendo le indicazioni di Berenson. Secondo il noto critico Zampetti (1950), la qualità di questa tavola è troppo alta per giustificare un’attribuzione a Pietro Alemanno che mai, neppure nella Madonna di Montefortino, considerato il suo capolavoro, raggiunse livelli così alti. I tratti delicati e nobili del volto della Vergine, il modellato morbido e corposo, la gamma cromatica chiara e brillante rivelano senz’altro la mano di Crivelli, orientato verso una interpretazione diversa, più umana e meno iconica del gruppo divino.
Carlo Crivelli
Madonna in trono con il Bambino, 1472 ca
Tempera su tavola, 71×50 cm
Museo Diocesano
Piazza Arringo, 10/B
Ascoli Piceno
Madonna in trono con il Bambino
Il dipinto proviene dalla chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista a Poggio di Bretta, frazione del comune di Ascoli. Non sappiamo se la tavola venne eseguita per questa chiesa. La Vergine siede su un trono di semplice fattura ed è dipinta sullo sfondo di una stoffa damascata più stretta del dossale del trono sulla cui cornice sono poggiate due mele. È raffigurata a mani giunte mentre volge lo sguardo verso il Bambino, che è disteso sul suo grembo con una mela nella mano sinistra. Indossa un manto azzurro con decorazioni dorate e ha il capo coperto da un velo frangiato, simile a quello che Crivelli riproporrà in versione più elegante nell’acconciatura della Vergine dello scomparto centrale del Polittico del Duomo di Ascoli.
Il pittore e archeologo ascolano Giulio Gabrielli, in una scheda manoscritta sull’opera del 1893, avanza l’ipotesi che la tavola di Poggio di Bretta sia stata ritagliata e costituisca la parte centrale di un polittico di cui si sono perse le tracce. In effetti il dipinto sembra tagliato al di sotto delle ginocchia della Vergine ed è molto vicino alla tipologia degli scomparti centrali delle opere dello stesso periodo.
Non tutta la critica è concorde nell’attribuire il dipinto a Crivelli: Serra nel 1930 propone il nome di Alemanno, ma nello stesso anno Fiocco lo restituisce a Crivelli, seguendo le indicazioni di Berenson. Secondo il noto critico Zampetti (1950), la qualità di questa tavola è troppo alta per giustificare un’attribuzione a Pietro Alemanno che mai, neppure nella Madonna di Montefortino, considerato il suo capolavoro, raggiunse livelli così alti. I tratti delicati e nobili del volto della Vergine, il modellato morbido e corposo, la gamma cromatica chiara e brillante rivelano senz’altro la mano di Crivelli, orientato verso una interpretazione diversa, più umana e meno iconica del gruppo divino.