Polittico di Ascoli Piceno
Il “Polittico del duomo di Ascoli” è un complesso pittorico autografo di Carlo Crivelli ed è custodito nella Cattedrale di Sant’Emidio ad Ascoli, nella cappella del Santissimo Sacramento. L’opera conserva in pieno la sua originalità, ornata nella sua meravigliosa cornice gotico-veneta che ne mette in risalto il pulito cromatismo e le decise forme, colpite sempre obliquamente da fonti luminose, che richiamano la pittura fiamminga. Il complesso pittorico di Ascoli porta a termine il periodo più fecondo del Crivelli.
La firma e la data sono state scritte sul gradino del trono nel pannello raffigurante la “Madonna col Bambino” (centro dell’ordine inferiore).
Nonostante le grandi lodi pervenute al polittico dai più antichi studiosi, tra i quali il Ricci (1834), la critica del tardo Ottocento non risparmiò invece aspri attacchi, considerandolo sgradevole, sfigurato, “plasticamente debole e privo di grazia” (Lionello Venturi, 1907), “grottesco” (Cavalcaselle, 1871): un complesso pittorico che si sottraeva, soprattutto nei suoi valori essenziali, agli schemi toscani e classicheggianti.
Agli inizi del Novecento i criteri di valutazione incominciarono a cambiare ed il complesso ascolano, anno dopo anno, fu giustamente rivalutato nella sua vera dimensione pittorica, dal primo elogio del “substrato mantegnesco” (Adolfo Venturi, 1914), all’accostamento alle opere del Giambellino (Drey, 1927).
Il valore dell’opera crivelliana, soprattutto per la “originalità e la coerenza assoluta dello stile” (Zampetti, 1952), viene oggi riconosciuto all’unanimità dagli studiosi di storia dell’arte. L’opera fu sottoposta negli anni Settanta dello scorso secolo ad un accurato restauro a Urbino.
Carlo Crivelli
Polittico di Ascoli Piceno, 1473
Tempera su tavola, complessivi 270×270 cm
Firmato e datato: OPUS KAROLI CRIVELLI VENETI 1473
Cattedrale di Sant'Emidio
Piazza Arringo
Ascoli Piceno
Ordine Inferiore
Madonna col Bambino e i SS. Pietro, Giovanni Battista, Emidio e Paolo
Ordine Superiore
Compianto sul Cristo morto e (a mezzo busto) i SS. Caterina d'Alessandria, Gerolamo, Giorgio, e Orsola
Predella
Cristo Benedicente tra dieci Apostoli
Dimensioni
Pannello centrale inferiore: 136×66 cm
Pannelli laterali inferiori: ciascuno 136×39 cm
Pannello centrale superiore: 61×64 cm
Pannelli laterali superiori: ciascuno 65×41 cm
Predella: 27×280 cm
Polittico di Ascoli Piceno
Il “Polittico del duomo di Ascoli” è un complesso pittorico autografo di Carlo Crivelli ed è custodito nella Cattedrale di Sant’Emidio ad Ascoli, nella cappella del Santissimo Sacramento. L’opera conserva in pieno la sua originalità, ornata nella sua meravigliosa cornice gotico-veneta che ne mette in risalto il pulito cromatismo e le decise forme, colpite sempre obliquamente da fonti luminose, che richiamano la pittura fiamminga. Il complesso pittorico di Ascoli porta a termine il periodo più fecondo del Crivelli.
La firma e la data sono state scritte sul gradino del trono nel pannello raffigurante la “Madonna col Bambino” (centro dell’ordine inferiore).
Nonostante le grandi lodi pervenute al polittico dai più antichi studiosi, tra i quali il Ricci (1834), la critica del tardo Ottocento non risparmiò invece aspri attacchi, considerandolo sgradevole, sfigurato, “plasticamente debole e privo di grazia” (Lionello Venturi, 1907), “grottesco” (Cavalcaselle, 1871): un complesso pittorico che si sottraeva, soprattutto nei suoi valori essenziali, agli schemi toscani e classicheggianti.
Agli inizi del Novecento i criteri di valutazione incominciarono a cambiare ed il complesso ascolano, anno dopo anno, fu giustamente rivalutato nella sua vera dimensione pittorica, dal primo elogio del “substrato mantegnesco” (Adolfo Venturi, 1914), all’accostamento alle opere del Giambellino (Drey, 1927).
Il valore dell’opera crivelliana, soprattutto per la “originalità e la coerenza assoluta dello stile” (Zampetti, 1952), viene oggi riconosciuto all’unanimità dagli studiosi di storia dell’arte. L’opera fu sottoposta negli anni Settanta dello scorso secolo ad un accurato restauro a Urbino.
Carlo Crivelli
Polittico di Ascoli Piceno, 1473
Tempera su tavola, complessivi 270×270 cm
Firmato e datato: OPUS KAROLI CRIVELLI VENETI 1473
Cattedrale di Sant'Emidio
Piazza Arringo
Ascoli Piceno
Ordine Inferiore
Madonna col Bambino e i SS. Pietro, Giovanni Battista, Emidio e Paolo
Ordine Superiore
Compianto sul Cristo morto e (a mezzo busto) i SS. Caterina d'Alessandria, Gerolamo, Giorgio, e Orsola
Predella
Cristo Benedicente tra dieci Apostoli
Dimensioni
Pannello centrale inferiore: 136×66 cm
Pannelli laterali inferiori: ciascuno 136×39 cm
Pannello centrale superiore: 61×64 cm
Pannelli laterali superiori: ciascuno 65×41 cm
Predella: 27×280 cm
Carlo Crivelli
Il “Polittico del duomo di Ascoli” è un complesso pittorico autografo di Carlo Crivelli ed è custodito nella Cattedrale di Sant’Emidio ad Ascoli, nella cappella del Santissimo Sacramento. L’opera conserva in pieno la sua originalità, ornata nella sua meravigliosa cornice gotico-veneta che ne mette in risalto il pulito cromatismo e le decise forme, colpite sempre obliquamente da fonti luminose, che richiamano la pittura fiamminga. Il complesso pittorico di Ascoli porta a termine il periodo più fecondo del Crivelli.
La firma e la data sono state scritte sul gradino del trono nel pannello raffigurante la “Madonna col Bambino” (centro dell’ordine inferiore).
Nonostante le grandi lodi pervenute al polittico dai più antichi studiosi, tra i quali il Ricci (1834), la critica del tardo Ottocento non risparmiò invece aspri attacchi, considerandolo sgradevole, sfigurato, “plasticamente debole e privo di grazia” (Lionello Venturi, 1907), “grottesco” (Cavalcaselle, 1871): un complesso pittorico che si sottraeva, soprattutto nei suoi valori essenziali, agli schemi toscani e classicheggianti.
Agli inizi del Novecento i criteri di valutazione incominciarono a cambiare ed il complesso ascolano, anno dopo anno, fu giustamente rivalutato nella sua vera dimensione pittorica, dal primo elogio del “substrato mantegnesco” (Adolfo Venturi, 1914), all’accostamento alle opere del Giambellino (Drey, 1927).
Il valore dell’opera crivelliana, soprattutto per la “originalità e la coerenza assoluta dello stile” (Zampetti, 1952), viene oggi riconosciuto all’unanimità dagli studiosi di storia dell’arte. L’opera fu sottoposta negli anni Settanta dello scorso secolo ad un accurato restauro a Urbino.