Polittico di San Francesco
Il polittico di Carlo Crivelli proviene dalla chiesa di San Francesco a Montefiore dell’Aso ed è databile fra il 1471 e il 1473. Il manufatto è stato purtroppo smembrato negli anni Cinquanta del XIX secolo: la tavola raffigurante Cristo sorretto da angeli è stata acquistata dalla National Gallery di Londra nel 1859, mentre la Madonna in trono col Bambino e il S. Francesco sono stati comprati dai Musei Reali di Belle Arti del Belgio nel 1862. La predella, ricondotta al polittico da Federico Zeri nel 1961, si trova oggi sparsa in varie istituzioni museali nel mondo ed era composta da varie tavolette con santi e apostoli.
Le ricerche condotte nel corso degli anni rilevano che il polittico è stato restaurato a più riprese in passato. Nel 2014 è stato oggetto di un intervento di manutenzione nel corso del quale è stato possibile studiare l’opera in maniera approfondita grazie a una mirata campagna d’indagini scientifiche finalizzate alla caratterizzazione dei materiali costitutivi e dei prodotti applicati nei precedenti interventi di restauro. Nell’ultimo intervento, effettuato nel 2023, la cornice lignea dorata e dipinta è stata smontata con mezzi meccanici, restaurata e non rimontata, non essendo coeva al dipinto (la cornice venne posta sulle tavole a seguito dello smembramento del polittico nell’Ottocento). Essa risulta tuttavia ancora visibile ed è esposta vicino alle tavole.
L’opera oggi rivela elementi prima non apprezzabili a causa dell’ombra creata dalla cornice e dalla sua sovrapposizione con alcuni elementi raffigurati. Nell’ordine principale sono raffigurati tre santi a figura intera, in origine disposti intorno alla Madonna in trono con Bambino. A sinistra è S. Caterina d’Alessandria in vesti principesche, in atto di reggere la palma del martirio e la ruota dentata. Al centro è S. Pietro, in origine primo pannello di sinistra accanto alla Madonna, il cui volto serio e fisso sull’osservatore è caratterizzato da una marcata espressività: le mani, che reggono un corposo volume e le chiavi del Paradiso, come pure i piedi, protesi verso lo spettatore, denotano un’accentuata attenzione all’anatomia. Maria Maddalena, che in origine era il secondo pannello di destra accanto a S. Francesco, è considerata una delle opere più rappresentative del Maestro, grazie al celebre sguardo di profilo, sorridente e un po’ ammiccante verso lo spettatore, che allude al suo passato da cortigiana e conferisce alla figura una suggestiva interpretazione quale emblema del peccato e della redenzione. Con la mano destra alza il vaso di unguenti, mentre con due dita dell’altra mano solleva con delicatezza le vesti, dalle quali sporge un piede seminudo.
Nell’ordine superiore sono rappresentati un Santo francescano in atto di leggere, identificabile probabilmente nel Beato Giovanni Duns Scoto, S. Chiara d’Assisi che tiene in mano un giglio, simbolo della sua purezza, e S. Ludovico da Tolosa, raffigurato in sontuosi abiti da vescovo.
Carlo Crivelli
Polittico di San Francesco, 1471-1473 ca
Tempera e oro su tavola
Ordine superiore
Santo francescano, S. Chiara, S. Ludovico di Tolosa
Dimensioni: ciascuna tavola 73×53 cm
Ordine inferiore
S. Caterina d’Alessandria, S. Pietro Apostolo, S. Maria Maddalena
Dimensioni: ciascuna tavola 182×52 cm
Polo Museale di San Francesco
Piazzale San Francesco, 1
Montefiore dell'Aso
Polittico di San Francesco
Il polittico di Carlo Crivelli proviene dalla chiesa di San Francesco a Montefiore dell’Aso ed è databile fra il 1471 e il 1473. Il manufatto è stato purtroppo smembrato negli anni Cinquanta del XIX secolo: la tavola raffigurante Cristo sorretto da angeli è stata acquistata dalla National Gallery di Londra nel 1859, mentre la Madonna in trono col Bambino e il S. Francesco sono stati comprati dai Musei Reali di Belle Arti del Belgio nel 1862. La predella, ricondotta al polittico da Federico Zeri nel 1961, si trova oggi sparsa in varie istituzioni museali nel mondo ed era composta da varie tavolette con santi e apostoli.
Le ricerche condotte nel corso degli anni rilevano che il polittico è stato restaurato a più riprese in passato. Nel 2014 è stato oggetto di un intervento di manutenzione nel corso del quale è stato possibile studiare l’opera in maniera approfondita grazie a una mirata campagna d’indagini scientifiche finalizzate alla caratterizzazione dei materiali costitutivi e dei prodotti applicati nei precedenti interventi di restauro. Nell’ultimo intervento, effettuato nel 2023, la cornice lignea dorata e dipinta è stata smontata con mezzi meccanici, restaurata e non rimontata, non essendo coeva al dipinto (la cornice venne posta sulle tavole a seguito dello smembramento del polittico nell’Ottocento). Essa risulta tuttavia ancora visibile ed è esposta vicino alle tavole.
L’opera oggi rivela elementi prima non apprezzabili a causa dell’ombra creata dalla cornice e dalla sua sovrapposizione con alcuni elementi raffigurati. Nell’ordine principale sono raffigurati tre santi a figura intera, in origine disposti intorno alla Madonna in trono con Bambino. A sinistra è S. Caterina d’Alessandria in vesti principesche, in atto di reggere la palma del martirio e la ruota dentata. Al centro è S. Pietro, in origine primo pannello di sinistra accanto alla Madonna, il cui volto serio e fisso sull’osservatore è caratterizzato da una marcata espressività: le mani, che reggono un corposo volume e le chiavi del Paradiso, come pure i piedi, protesi verso lo spettatore, denotano un’accentuata attenzione all’anatomia. Maria Maddalena, che in origine era il secondo pannello di destra accanto a S. Francesco, è considerata una delle opere più rappresentative del Maestro, grazie al celebre sguardo di profilo, sorridente e un po’ ammiccante verso lo spettatore, che allude al suo passato da cortigiana e conferisce alla figura una suggestiva interpretazione quale emblema del peccato e della redenzione. Con la mano destra alza il vaso di unguenti, mentre con due dita dell’altra mano solleva con delicatezza le vesti, dalle quali sporge un piede seminudo.
Nell’ordine superiore sono rappresentati un Santo francescano in atto di leggere, identificabile probabilmente nel Beato Giovanni Duns Scoto, S. Chiara d’Assisi che tiene in mano un giglio, simbolo della sua purezza, e S. Ludovico da Tolosa, raffigurato in sontuosi abiti da vescovo.