I CRIVELLI
Carlo Crivelli
Vittore Crivelli
Fratello di Carlo, nacque a Venezia intorno al 1440 e morì a Fermo a cavallo tra il 1501 e il 1502. Nel 1481 è documentato nelle Marche, a Montelparo, impegnato in un dipinto per la chiesa della Madonna di Loreto. Prima di stabilirsi a Fermo, nelle Marche, fu attivo in Dalmazia, a Zara, tra il 1469 e il 1476. Fu probabilmente Carlo a chiamarlo, al fine di aiutarlo nelle numerose commissioni ottenute nelle Marche. Vittore operò nel Fermano, Carlo nell’Ascolano: sembra che i due fratelli si fossero divisi l’area d’influenza sulle due città delle Marche meridionali, peraltro spesso in lotta tra di loro.
Pur improntando la sua produzione sulla scia di quella del più dotato fratello Carlo, le opere di Vittore, non prive di fascino, sono caratterizzate da una espressività meno incisiva, priva dell’impeto creativo e di quell’esasperato grafismo che contraddistinguono i modi di Carlo. Vittore cercò di emulare l’inarrivabile linguaggio del fratello, come si vede in un’opera a quattro mani, il Polittico di Monte San Martino, in cui Vittore completò l’opera lasciata incompiuta da Carlo, rischiando di scadere in una ripetizione meccanica e irrigidita. In altre occasioni tuttavia, come nel caso del polittico di Torre di Palme e in quello di Sant’Elpidio a Mare, l’artista ritorna ad un racconto disteso e pacato, memore della lezione veneziana dei Vivarini e di Giovanni Bellini.
Un tema ricorrente nella pittura di Vittore, e mai presente nelle opere di Carlo, è l’iconografia della Madonna adorante il Bambino, molto diffusa nel Quattrocento e derivata dalle visioni di santa Brigida. La delicata raffigurazione della Vergine, spesso attorniata dagli angeli, in atto di adorare il Bambino Gesù, è infatti presente in numerose sue opere, come nelle tavole di Falerone, Sarnano e Massignano e nei polittici di Cupra Marittima e Monsampietro Morico.